I libri? Spediamoli a scuola!

venerdì 12 marzo 2010

DISOBBEDIENZA!

Ascoltavo la radio. Una ascoltatrice ha chiamato per protestare contro la sentenza della cassazione che obbligherà il padre immigrato "irregolare" a lasciare il nostro paese, pur avendo figli che frequentano le nostre scuole. L'ascoltatrice ha chiesto cosa possiamo fare noi cittadini contro questa sentenza. Risponde un commentatore (il nome mi è sfuggito, cucinavo...ma è Zapping radio 1 di questa sera, c'ero finita per caso) che la legge è legge e va rispettata. Bene. Anche nel 1938 abbiamo mandato gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i comunisti, nei lager: c'erano leggi ben definite. Sono stufa di sentire parlare a vanvera di legalità. Quando le leggi sono ingiuste i cittadini possono fare molto, possono partecipare per cambiarle. E possono disobbidire. Allora chiedo aiuto a tutti voi, in particolare agli amici librai: diamo una serie di titoli ai nostri bambini e ragazzi che parlino di partecipazione e di disobbedienza. Io comincio con tutti i libri Sinnos della Collana Nomos, a partire da Lorenzo e la Costituzione e Batte forte il cuore, per lettori più grandi e forti, di Fabrizio Casa.
Vi aspetto!

3 commenti:

  1. Scusa, ma sono d'accordo solo in parte. Giusto sensibilizzare i bambini e tutti i lettori sulla partecipazione, ma sulla disobbedienza alle leggi ci andrei cauta. E' vero che dopo il 1938 per poter difendere la democrazia e l'uguaglianza bisognava disobbedire, ma si trattava di un regime dittatoriale che non conteplava la possibilità d'essere rovesciato se non con la violenza. Mi sembra che per quanto grave la situazione attuale sia ben diversa: i tre famosi poteri sono distinti (anche se esercitano forti pressioni uno su l'altro) e questo governo finirà con libere elezioni. Anche a me la notizia mi ha molto colpita, soprattutto perché la mamma di questi bambini attende la cittadinanza italiana da non é specificato quanto tempo. La soluzione nel rispetto della legge già é pronta: sveltiamo le pratiche di cittadinanza, portiamo la burocrazia italiana ai tempi di uno stato moderno e democratico e tante cose si metteranno a posto da sole.

    RispondiElimina
  2. Hai ragione, nel 1938 si trattava di dittatura, mentre oggi viviamo in una democrazia. Infatti accanto alla disobbedienza ho messo partecipazione. Quello che mi fa paura è che sempre meno si avverte che la partecipazione e quindi il diritto di cittadinanza possa essere esercitato, mentre nel frattempo si approvano leggi che violano la nostra costitizione (penso al leggittimo impedimento) o le convezioni internazionali (penso a quella dei diritti del fanciullo). Oltre a questo si smantella la scuola, si propone una sub-cultura, e - soluzioni come quella che prospetti - sembrano impossibili. Allora penso alla disobbedienza di Matilda, nel romanzo di Dahl, che legge e va in biblioteca piuttosto che stare a casa a vedere tv trash e a imparare a giocare a bingo, o a imbrogliare il prosssimo. E penso che forse oggi un'arma possibile per far sì che i nostri ragazzi comprendano che le regole condivise vanno rispettate, che essere preprarati è più ribelle che essere ignoranti e guardare solo ai propri interessi, possa proprio quella di "disobbedire" alla cultura imperante o a norme non condivise (come per esempio il pubblico ufficiale che non denuncia l'"irregolare"...)

    RispondiElimina
  3. bisogna imparare a ricevere no e a dire i nostri no nella vita, non solo ad obbedire.
    ci sono due libri bellissimi a questo proposito
    "No" di david mac phail (solo illustrazioni) e "no" di Paola Capriolo, per EL sul no detto al razzismo

    RispondiElimina