I libri? Spediamoli a scuola!

mercoledì 10 marzo 2010

Danimarca

Oggi ho fatto fisioterapia insieme ad una simpatica signora danese che è qui a Roma, ospite dell'accademia americana, per uno studio sui romanzi italiani di Hans Christian Andersen. Era stupita dall'assenza di biblioteche scolastiche nelle nostre scuole. Si lamentava del livello sempre più basso della scuola danese, ma non immaginava potesse accadere in un paese avanzato come l'Italia che i bambini non potessero avere libri, tanti libri, a scuola per imparare, conoscersi, divertirsi. Non sapevo come spiegarle la nostra situazione: da dove cominciare?
La Terza Pagina di ieri (oggi non l'ho sentita perchè chiacchieravo con la studiosa danese) dava grande risalto alla chiusura della edizione del Grande Fratello. Con ovviamente tante riflessioni intelligenti e critiche costruttive. Tutti a domandarsi il perchè di questo successo. Il secolo d'Italia citava anche un libro di un argentino uscito per E/O, voglio comperarlo. Vi dico questo perchè qualche anno fa chiedemmo, insieme a tanti editori per ragazzi, più spazio nei giornali per parlare di libri per ragazzi. Ho purtroppo perso quella mail di risposta di un importante quotidiano in cui si scriveva che già c'era poco spazio per i libri per adulti... Ecco però per il Grande Fratello lo spazio c'è. E' una questione economica: i giornali devono vendere e quindi parlare di eventi graditi ai consumatori. Ci sono belle eccezioni: Fiorella Jannucci sul Messaggero, Manuela Trinci e Giovanni Nucci sull'Unità.. Ma persino il Sole 24, che per molti anni ha avuto una rubrica fissa dedicata ai libri per ragazzi,ora ha smesso di essere così puntuale... Chiudo rapidamente ma spero di poter tornare sull'argomento. Volevo concludere: se i privati non possono permettersi di rischiare di non vendere per fare cultura, le istituzioni invece avrebbero l'obbligo di creare più cultura. E quindi biblioteche scolastiche.

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